Il festival compie diciotto anni e ritorna in tre città del Trapanese. Ad Alcamo si entra nel chiostro carmelitano dell’ex convento dell’Annunziata e si visita il neonato Museo del carabiniere. A Trapani si vola in Piper sulle saline e si ritorna nella Cappella dei Crociati. A Mazara del Vallo ritornano visitabili, dopo un primo restauro, gli splendidi mosaici romani di San Nicolò Regale.
Alcamo entra nel chiostro carmelitano dell’ex convento dell’Annunziata, cerca tra manoscritti e incunaboli, sale sulla cupola della Chiesa Madre, visita antiche tonnare e il neonato Museo dei Carabinieri. Si vola su Trapani e sulle saline si ritorna in un antico monastero, si scoprono cappelle e campanili, si spalancano i palazzi istituzionali. Mazara del Vallo quest’anno riconsegna alle visite, dopo i primi restauri, gli splendidi mosaici della domus romana di San Nicolò Regale, riapre il Palazzo Vescovile con spazi inattesi e scopre la biblioteca dei Chierici.
LE VIE DEI TESORI ALCAMO. Si potrà scoprire il neonato Museo dei Carabinieri, aperto solo da pochi mesi, con una sorpresa: per il festival sarà esposta una delle jeep Willis paracadutate dagli americani durante la Seconda Guerra Mondiale. E, sorpresa dell’ultimo minuto, si potrà accedere anche al chiostro carmelitano del Convento dell’Annunziata, oggi sede del commissariato di Polizia. E si arriverà proprio in riva al mare per raggiungere la Tonnara Foderà ai Magazzinazzi dove le svelte imbarcazioni dei tonnaroti sono conservate, ancora con le loro ancore e il sistema di reti, dentro le originarie trizzane. Qui si potrà anche gustare un aperitivo a km0 al tramonto.
Si salirà di nuovo sulla cupola della Matrice – poche persone alla volta, ma da lassù si abbraccia tutta la città -, si entrerà al Baglio Florio per fare un salto all’indietro nel tempo, con la “protezione” del Leo Bibens superstite. E sarà anche possibile assaggiare i prodotti locali con un bicchiere di vino biologico Adamobio. Le suore benedettine hanno custodito per secoli i tesori della Badia Grande e quando lo Stato nel 1866 soppresse gli ordini religiosi, trasformarono il convento in Collegio di civili donzelle, salvando così stucchi del Sanseverino, affreschi e tele di Brunetti; una statua in marmo di Antonino Gagini, una tela attribuita a Pietro Novelli, gli ovali dell’Annunciazione di Baldassare Massa. Qui sarà anche possibile assistere a un recital di canti gregoriani. Nella chiesa di Santa Maria Assunta, un reliquiario seicentesco custodisce la “Sacra spina” che, tradizione vuole, appartenga alla corona di Gesù Cristo, e in un’altra cappella si conserva la Dormitio Virginis del Gagini. Per il primo anno si visita l’ex cappella abbandonata di San Vituzzo, rimasta chiusa per trent’anni e poi affidata dalla Curia di Trapani all’Arcidiocesi Rumena Ortodossa di Sicilia. Il programma di visite di Alcamo – messo insieme con la collaborazione di Enza Scaglione – ritorna anche nella cinquecentesca chiesa della Badia Nuova che faceva parte del monastero che nel 1866 venne trasformato in scuola. Le poche suore rimaste vivono lì ancora oggi dedicandosi alla cura dell’orto, al cucito, ricamo e restauro di paramenti sacri. E mostreranno le otto statue allegoriche del 1724 di Giacomo Serpotta. Ritorna per il secondo anno, la trecentesca Maria SS. Annunziata dove ha sede la confraternita omonima, la più antica tra le alcamesi, poi trasformata in caserma e abbandonata. E’ uno Spasimo, un affascinante rudere con il tetto crollato (si entrerà quindi nel vicino chiostro che ospita un commissariato di Polizia), e saranno gli esperti dell’Ordine degli Architetti di Trapani a condurre la visita. Il luogo simbolo di Alcamo, il Castello dei Conti di Modica, racconterà la sua storia antica e tormentata, da residenza nobiliare a ufficio comunale, poi carcere, poi stalla. Restaurato nel 2000 e nel 2010, oggi è rinato e sede dell’Enoteca regionale della Sicilia Occidentale.
E ancora, nella biblioteca Bagolino, tomi antichi, cinquecentine e incunaboli dai fondi librari dei conventi, un patrimonio immenso salvato dalle confische del 1860; al MACA, il museo d’arte contemporanea nell’ex Collegio dei Gesuiti sono esposte tele di Turi Simeti, Vito Bongiorno, Gisella Giovenco e Sergio Zavattieri, i gessi di Nicola Rubino: è una “casa degli artisti” in un bene confiscato alla mafia. Una strana storia quella di Villa Cassarà: nel 1989il Comune affida a Mariano Cassarà l’incarico di realizzare un monumento a Cielo d’Alcamo; lo scultore inizia i lavori ma dopo vari colpi di scena, viene dimenticato tanto che Cassarà decide di collocare l’opera nel giardino di famiglia, dove tuttora si trova. E non si deve perdere la visita alla collezione di 200 strumenti musicali raccolti in una vita intera dal compositore e poeta alcamese Fausto Cannone, nell’ex chiesa di San Giacomo De Spada.
Cinque le passeggiate:si arriverà fino all’area medievale della Funtanazza, alle antiche fornaci romane vicino il fiume san Bartolomeo; una terza condurrà al castello di Calatubo arrampicato sulla roccia e alla romantica Cuba delle Rose, un’altra alle gallerie di inizio Novecento che servivano l’acqua alla cittadina, l’ultima condurrà tra gli ulivi saraceni che abbracciano la Tonnara di Scopello.
COME PARTECIPARE: Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città.